Il progetto

Dall’iniziativa “Dunfiato”, che nella sua prima edizione l’anno scorso ha dato vita alla canzone “Non passa l’aria” ispirata alle storie di tanti giovani con asma, quest’anno nasce Dunfiato for school.

Dedicato agli studenti di terza e quarta degli indirizzi artistici del liceo, invita i ragazzi a esplorare il concetto di respiro con un’opera artistica, per diffondere e far capire sempre di più quanto sia importante prendersi cura della propria salute respiratoria nella vita di tutti i giorni.

I vincitori

NATURA è VITA

Il nostro liceo Gastel, facente parte dell’istituto d’istruzione superiore “Paolo Frisi”, situato a Milano in via Amoretti 61/63, ha aderito al progetto “D’un fiato”, organizzato da “Federasma e Allergie”. L’attività coinvolge principalmente le classi terze e quarte al fine di diffondere consapevolezza sul tema delle malattie respiratorie attraverso diverse forme d’arte, per esempio quelle scultoree, fotografiche e pittoriche. 
Però prima di iniziare a spiegare il nostro lavoro, è meglio approfondire l’argomento sul quale si basa, cioè l’asma.
L’asma è una malattia respiratoria che comporta l’infiammazione dei bronchi, essi si restringono e si riempiono di liquido che dà come conseguenza la produzione eccessiva di muco, l’aria quindi ha più difficoltà a circolare, causando dei broncospasmi.
Questa malattia si manifesta più comunemente nei bambini, ma ciò non nega che possa anche formarsi in età più anziane o adulte. I soggetti presentano una condizione di iperreattività bronchiale, cioè i loro bronchi tendono a rispondere in maniera eccessiva a situazioni come sforzi, infezioni, sbalzi termici, emozioni e allergeni vari. 
I sintomi principali possono essere: difficoltà respiratorie, percezioni di respiro sibilante, talvolta si manifesta in tosse o nei casi allergici in rinite e/o congiuntivite.
Il trattamento dipende dall’intensità e durata dei sintomi, è previsto l’utilizzo di un inalatore, cioè un dispositivo medico da utilizzare durante un attacco d’asma, in cui viene inserita una bomboletta spray contenente il farmaco. Esso rilascia una determinata quantità di medicina che placa l’attacco. L’operazione può essere ripetuta più volte al giorno in base alle necessità.    
Per questo, noi studenti di 3EL multimediale del liceo Gastel abbiamo aderito con entusiasmo realizzando un progetto interdisciplinare che ci ha visto collaborare con altre classi. Il lavoro ha coinvolto anche alcune delle studentesse di 1CL: Jharuska Morales, Sophy Robles e Zixuan Xu e noi studenti di 3EL: Micol Fidone, Mario Renzelli, Letizia Biancucci, Alessandro Baratelli e Gaia Zamarian che, insieme, ci siamo occupati della realizzazione, dello scatto e della post-produzione. 
Abbiamo realizzato numerosi scatti sperimentando diversi moduli di luce, come ad esempio lo schema di illuminazione detto “Rembrandt”, ispirato al pittore ed incisore seicentesco. Questo schema prevede che la luce sia inclinata a 45 gradi in modo da formare un triangolo tra l’occhio e la narice in modo da illuminare il viso. Abbiamo provato ad utilizzare la cosiddetta “split light”, la cui caratteristica principale sta nel dividere il volto a metà, oppure lo schema di illuminazione detto “butterfly”, che prevede che la luce sia rivolta verso l’alto con lo scopo da assottigliare il viso.
 Abbiamo sperimentato diverse angolazioni: la migliore si è rivelata essere quella a tre quarti in quanto più completa e dinamica. Le foto che abbiamo scartato avevano diversi difetti dal punto di vista compositivo e di illuminazione che non ci soddisfacevano totalmente. 
Volevamo esprimere che una condizione come l’asma, che spesso è limitante, può essere motivo di creatività, da qui l’idea di inserire i fiori nell’inalatore come se dal dispositivo medico, che da quanto abbiamo sentito in conferenza è per molti motivo di imbarazzo, possa uscire arte. La scelta dell’acqua nel background è necessaria per aggiungere un aspetto naturalistico e per raffigurare ciò che una persona affetta da asma prova durante un attacco, specialmente quando si riemerge dopo una lunga immersione.
Per comprendere meglio l’argomento ci siamo affidati sulla testimonianza di un nostro compagno di classe, Alessandro Baratelli, affetto da asma. Alessandro ci ha infatti raccontato il primo attacco d’asma: Il primo attacco l’ho avuto a quindici anni. 
Su photoshop abbiamo realizzato diverse modifiche: abbiamo ritagliato la foto iniziale che ritraeva Sophie, la nostra modella, con un inalatore riempito di fiori, abbiamo selezionato alcuni dei fiori presenti nello scatto e li abbiamo ritagliati e sparsi nel background.
Per realizzare il background abbiamo selezionato un’immagine dell’acqua in modo che la nostra modella sembrasse sott’acqua, successivamente abbiamo creato un layer dove abbiamo selezionato la stessa immagine utilizzata precedentemente e l’abbiamo sovrapposta all’immagine della nostra modella riducendo l’opacità in modo che anche lei fosse sommersa dal mare e quindi senza respiro. Per rendere l’immagine più realistica abbiamo alterato i valori RGB del soggetto utilizzando i toni del blu e dell’azzurro . 
Successivamente ci siamo occupati della timeline, cioè la linea del tempo in cui si inseriscono tutti i frame.
Realizzare il progetto ci è piaciuto molto in quanto ci ha coinvolto e colpito. Il fenomeno dell’asma è ancora sottovalutato nonostante in Italia oltre tre milioni di persone soffrano di questa condizione. Troviamo che il progetto “D’un fiato” sia un ottimo modo per sensibilizzare un tema complesso come questo coinvolgendo le scuole non solo per sensibilizzare gli studenti al tema, ma anche per portare a compimento elaborati artistici.
L’unica cosa che ci è dispiaciuta è stato il poco tempo per completare il lavoro in quanto avremmo voluto poterci lavorare di più, perché il tema ci ha interessato particolarmente sin dall’incontro organizzato con degli esperti, che hanno catturato la nostra attenzione spiegandoci nei dettagli le difficoltà delle persone che soffrono di asma. A catturare la nostra attenzione è stata la dedizione, la passione con cui è stato affrontato il tema per cercare di evidenziare gli aspetti positivi e non solo, anzi anche gli effetti negativi sono stati affrontati in modo da minimizzare il loro impatto sui malati.
Da questo nasce il nostro entusiasmo nell’aderire al progetto.