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FIGURATIVA

ALLERGIE

Lo sketch è stato realizzato su metà foglio di un 50 x 70 e rappresenta una ragazza che sta comoda in una bolla. Intorno a lei ci sono dei cuscini, un peluche e dei giochi. Insomma, sta bene. Qui però è abbastanza chiara l’idea della solitudine. Lei è comoda nella sua bolla ma è da sola. A un certo punto arriva una farfalla e questo la incuriosisce, lei vuole raggiungerla. Nella bolla c’è un peluche che rappresenta l’infanzia, perché la ragazza è stata chiusa lì dentro fin da quando era bambina e ci è cresciuta fino ad ora. 

Nel secondo sketch c’è sempre some soggetto una ragazza che sta all’interno di una bolla, però è attaccata ad essa tramite un cordone ombelicale, per rappresentare la sua crescita all’interno di uno spazio confinato. Non è mai uscita da lì fin da quando era bambina. Poi nota una farfalla ed è subito incuriosita da essa, vuole anche lei raggiungerla. 

Tutti gli sketch hanno in comune l’idea della bolla confinante, la solitudine, la curiosità e la voglia di cambiamento, che poi vengono rappresentate nell’opera finale. 

Spesso le persone con allergie sono impedite dal fare molte cose che amano, siano esse mangiare il cibo preferito o cose più importanti come non poter mangiare tutta una serie di cibi o non poter uscire di casa per via del polline. Nonostante alcuni guariscano dopo un po’ di tempo, la loro esperienza passata non cambierà. Chi ha passato quello che ha passato la bambina nella bolla avrà comunque difficoltà nell’uscire di casa e farsi degli amici, perché non l’ha mai fatto. 

La prova colore: 
La prova colore è stata creata su metà foglio di un 50 x 70 con gli acrilici. 
L’autrice ha voluto testare il disegno del ghiaccio, essendo quella una parte fondamentale dell’opera, e l’effetto della luce attorno alla farfalla infuocata, per dare l’idea del calore. 

La tavola finale: 
L’opera è stata realizzata su un 50 x 70 con gli acrilici e un pennello tondo e uno piatto. 

Al centro dell’opera c’è un bambino di ghiaccio in una bolla. All’interno della bolla e intorno al bambino c’è del ghiaccio che sembra rinchiuderlo. 
Lui è seduto su un trono fatto di ghiaccio. All’esterno della bolla c’è una farfalla fatta di fuoco, che ovviamente è l’opposto del ghiaccio. Ciò vuol dire che, se il bambino dovesse avvicinarsi alla farfalla, si scioglierebbe. 

Il tema del disegno è l’allergia. L’autrice, da persona allergica, ha deciso di rappresentare come lei vede l’allergia e come ha vissuto con essa. 
L’allergia è una risposta eccessiva da parte del sistema immunitario al contatto con una sostanza esterna considerata dannosa e causa molti problemi alle persone che ce l’hanno. 

I colori usati per il bambino sono freddi e lo sfondo è tutto nero, questo per rappresentare la solitudine, mentre la farfalla rappresenta una cosa che incuriosisce il bambino, che lui vorrebbe avere.

Questo si capisce anche dal braccio leggermente allungato verso la farfalla, come se volesse prenderla ma, allo stesso tempo, sembra arrendersi perché la mano non è rivolta verso di essa, ma sembra priva di forza di volontà. 

Questo per rappresentare la voglia di poter fare qualcosa ma, allo stesso tempo, la rassegnazione di non poterla fare. 

La farfalla rappresenta anche gli amici e tutte le cose divertenti che un bambino può fare nella sua infanzia ma, per colpa del fatto che lui è fatto di ghiaccio e la farfalla di fuoco, se dovesse avvicinarsi si farebbe male, quindi sapendolo non lo fa. 

Il bambino vorrebbe tanto uscire ma decide di non farlo perché sa che si sentirebbe male. Il ghiaccio che lo avvolge è stato creato da lui, sono delle barriere che lo avvolgono e gli impediscono di andare a fare quello che vuole. Nonostante le barriere le abbia messe lui, è un dato di fatto che se si avvicinasse si ferirebbe. Quindi non può farci nulla, essendo piccolo e non volendo stare male. 

Il bambino non è esattamente piccolissimo, con il tempo ha iniziato a chiudersi in se stesso ed è cresciuto con l’idea di dover rimanere rinchiuso in se stesso per stare bene. Con il passare del tempo, però, inizia a essere più incuriosito dalla farfalla e vorrebbe tanto avvicinarsi per provare tutto quello che ha da offrire ma, dopo un po’ di tempo, è difficile cambiare delle abitudini. 

Anche i capelli lunghi sono fatti di ghiaccio e lo ‘connettono’ alla bolla intorno a lui, che è parte dalla sua natura e non può farci niente. 

La bolla intorno al bambino mostra come sia semplicissimo uscire da questa situazione ma, per la sua esperienza, la paura è più grande. 

Lui è l’unica persona all’interno dell’opera, questo perché a nessuno importa se lui non riesce a fare qualcosa che vorrebbe tanto fare, è visto come un bambino cocciuto e viene sempre lasciato da solo. Quando si isola, non c’è nessuno che vada a parlargli o che capisca come si sente, perché a nessuno interessa, e questo lo rende ancora più solo. 

Nonostante tutto, il bambino vuole prendere la farfalla, la guarda con uno sguardo di curiosità e stupore. Quella farfalla lo scalda solo alla vista, si nota della luce negli occhi del bambino. 

Le crepe sul corpo del bambino sono date dal suo movimento verso la farfalla, rappresentano la fatica nel raggiungere qualcosa. Lui deve sforzarsi molto per raggiungere quello che vuole, anche cambiando se stesso. 

Il colore degli occhi del bambino è blu molto scuro perché rappresenta il suo cuore, cioè la parte che tiene chiusa e la parte più profonda di lui. Lui non ascolta il suo cuore ma il suo cervello, per questo il resto del suo corpo è chiaro, perché è la parte più esterna del ghiaccio ed è quello che gli impedisce di muoversi per cambiare, nonostante nei suoi occhi sia ovvia l’intenzione di uscire da questa situazione perché lui guarda e pensa con il cuore, anche se le sue azioni non lo dimostrano. 

L’opera è stata intitolata dell’autrice ‘One Day’, perché il bambino spera che un giorno lui riuscirà a raggiungere la farfalla che tanto lo incuriosisce. Il genere del bambino è neutro, non è né maschio né femmina perché a entrambi può succedere la stessa cosa, indifferentemente dal genere. 

FUORI

La realizzazione della tavola è iniziata con tre schizzi in matita grafite sulla metà di un foglio 50×70 cm. Il primo schizzo ha come soggetto una persona in ginocchio, disegnata di lato, che ha difficoltà a respirare quindi è chinata in avanti con la mano sul petto. Il secondo mostra un ragazzo frontale con disegnati i suoi polmoni, e dei palazzi in prospettiva centrale, quindi con un solo punto di fuga posizionato centralmente dietro il bacino del soggetto. Il terzo schizzo ha come soggetto una ragazza a mezzo busto che si tiene il petto, quindi è in difficoltà nel respirare, con un punto di vista dal basso. Lo schizzo scelto è stato il secondo, che nella prova colore in acrilico, nella seconda metà del foglio 50×70 cm, presenta il blu scuro, il giallo e il rosso. Non ci sono molte tonalità perché è intenzionalmente in uno stile semplice. 

La tavola 3 per il concorso Dunfiato rappresenta un ragazzo in mezzo a una città vuota e buia. Solo lui sente un calore e un peso sul petto che lo divide ancora di più da quello che lo circonda, facendolo sentire al di fuori. I colori blu e celeste dello sfondo sono stati scelti apposta per dare questo senso di freddezza e profondità ai palazzi, che creano un contrasto con il soggetto centrale della tavola. Il soggetto è un ragazzo, colorato in rosso, per rappresentare calore, con i polmoni neri per rappresentare l’asma. Rispetto alla prova colore, quindi, non è stato utilizzato il giallo; inoltre, il punto di fuga della prospettiva centrale è posizionato più in alto, dietro i polmoni del soggetto. Il soggetto maschile è dipinto in modo stilizzato. Lo stile di pittura ha pressoché nessun chiaroscuro, ma pennellate intere di acrilico e riempimenti di colore che creano spazi tridimensionali, come possiamo vedere nei palazzi. I colori scelti, come vediamo nel cerchio di Itten, sono variazioni dei colori primari blu ciano e magenta, non mescolati ad altri colori ma solo schiariti o scuriti con il bianco e il nero. Il nero dei polmoni serve come pugno negli occhi dello spettatore. Questo è per attirare l’attenzione e far capire l’importanza di questo soggetto irrealistico, che non dovrebbe vedersi in un mondo reale. 

Questo contrasto tra lo sfondo e il soggetto rappresenta la difficoltà che prova il ragazzo a ritrovarsi fuori, sia fisicamente che mentalmente, perché spesso le persone con l’asma si sentono diverse perché ostacolate nel fare alcune azioni che per gli altri sono semplici. Per questo motivo il titolo dato alla tavola è “Fuori”. 

Lo stile utilizzato prende spunto dalle pennellate visibili dell’Impressionismo, ma le pennellate sono meno curate e più grossolane. Il soggetto ha un aspetto stilizzato, una silhouette rossa che ricorda lo stile dei manga. 

GIULIA

Il dipinto ritrae un giovane ragazzo rannicchiato, con le ginocchia strette al petto e le braccia che lo avvolgono in una posizione di chiusura e vulnerabilità. La sua pelle è pallida, quasi spettrale, suggerendo un’assenza di respiro o vitalità. I suoi occhi sono chiusi, il volto contratto in un’espressione di tensione, come se cercasse di trattenere un grido o un respiro. Il fondo del quadro è cupo e nebuloso, con tonalità fredde come il grigio, il blu scuro e un tocco di nero, che amplificano il senso di isolamento. 
Un fascio di luce debole cade su di lui dall’alto, accentuando i dettagli delle spalle ossute e il profilo teso del viso, ma senza riscaldarlo: è una luce distante, che sembra più osservare che confortare. Intorno al ragazzo, l’aria pare rarefatta, quasi come se il tempo si fosse fermato, sospeso in un silenzio opprimente. Sui bordi del quadro, piccole crepe o ombre indefinite danno l’impressione di un mondo che si sgretola lentamente, come se la sua mancanza di respiro stesse contaminando tutto ciò che lo circonda. 
L’atmosfera generale comunica un senso di angoscia e introspezione, quasi come se lo spettatore fosse testimone di un momento di lotta interiore, sospeso tra vita e abbandono. 

LO SPAVENTO

Il quadro raffigura un ragazzo al centro della scena, colto nell’attimo in cui il terrore lo invade, con il petto sollevato come se stesse trattenendo un respiro, incapace di lasciarlo andare. Gli occhi sono spalancati, lucidi e fissano un punto indefinito davanti a sé, mentre la bocca è come se fosse sul punto di urlare o di respirare con difficoltà. La sua espressione è un misto di paura e incredulità, quasi come se avesse appena assistito a qualcosa di incomprensibile. 
La composizione del quadro è dominata da colori freddi, come il grigio, l’azzurro e il verde pallido, con un contrasto drammatico di luci e ombre. Una luce cruda e tagliente colpisce il volto e il busto del ragazzo, mettendo in risalto il sudore sulla pelle e il tremolio delle mani che sembrano incerte se tendersi in difesa o stringersi al petto. Sullo sfondo, una nebbia densa sembra avanzare, quasi viva, invadendo lo spazio e suggerendo una minaccia invisibile e soffocante. 
A sinistra del ragazzo, un sottile filo d’aria è visibile come una corrente luminosa che tenta di raggiungerlo, ma sembra bloccato da una barriera invisibile. Questo elemento introduce il tema del respiro come qualcosa di prezioso, ma fragile e precario. Il pavimento sotto di lui è crepato, come se la terra stessa si sgretolasse sotto il peso della sua paura, simboleggiando un mondo instabile e insicuro. 
L’intera opera suggerisce una tensione sospesa, in cui il respiro diventa non solo un atto fisiologico, ma anche un simbolo di sopravvivenza emotiva e psicologica. Lo spettatore è invitato a immedesimarsi, a percepire quel respiro trattenuto, quasi soffocato, e a riflettere sull’ansia che accompagna l’incapacità di sentirsi pienamente vivi. 

OSSIGENI

PESO DEL RESPIRO

L’immagine rappresenta un pugile al centro della scena, in piedi sul ring, ma in un gesto insolito: tiene un respiratore con entrambe le mani, con fatica. 
Il pugile è simbolo di lotta e resistenza. Non ci sono colori, ma esiste solo il bianco e nero, sottolineando l’importanza dell’aria e del respiro come premio ultimo. 
Sul fondo non c’è nulla, lasciando che tutta l’attenzione sia focalizzata sul pugile e sul respiratore. L’essenzialità dà all’immagine un tono solenne, come se il respiratore fosse simbolo di vittoria non solo fisica ma anche simbolica, un tributo alla forza della vita e alla lotta per ogni respiro. 

RESILIENZA

Il respiro è uno degli atti fondamentali e naturali senza i quali non potremmo vivere. 
Metaforicamente, il respiro è il modo in cui non solo il nostro corpo, ma anche la nostra mente, agisce e si apre a nuove idee. L’inspirazione profonda è il momento che ci impegna interamente, è l’attimo che ci calma e riconduce la mente al corpo. È la vita stessa che scorre in ogni singola parte del nostro organismo. 

Quando il respiro si spezza, ogni certezza crolla. Eppure accade anche il contrario: quando ogni certezza crolla, il respiro si spezza. 
Tutto questo ci fa capire quanto mente e corpo siano connessi ed interdipendenti. 
Queste considerazioni, emerse da un lavoro di riflessione, hanno ispirato la realizzazione dell’opera intitolata Resilienza. 

Un qualunque dizionario ci può spiegare che la resilienza è la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi. 
Se andassimo più in profondità, scopriremmo che dietro a un’altra accezione del termine, quella psicologica, si nasconde un complesso di possibilità umane. 
La resilienza è la capacità di affrontare mentalmente una crisi o un trauma e di riprendersi da uno stato di stress post-traumatico. Non si tratta solo di saper affrontare in maniera positiva eventi traumatici, ma anche di rimanere aperti alle opportunità della vita in modo da riorganizzarla positivamente. 

Se pensiamo a quante persone hanno vissuto eventi terribili e traumatici, non ultimi le guerre, riuscendo poi ad andare avanti, non solo sopravvivendo, ma anche costruendo, possiamo renderci conto di quanto questa capacità umana sia un vero dono.

Il titolo dell’opera in concorso, Resilienza, vuole essere un augurio. 
Il pensiero che sta alla base del lavoro nasce dall’esigenza di voler esprimere la libertà del respiro. Spesso ci troviamo a essere sotto stress per svariati motivi che possono riguardare l’ambiente lavorativo, scolastico e anche personale e quotidiano e avvertiamo una sensazione di pressione sulla nostra naturale azione del respirare. Questa rappresentazione vuole, a tal proposito, lanciare un messaggio di libertà e di resilienza del respiro, cioè la rinascita e la liberazione che accompagnano il passaggio dell’aria dentro e fuori di noi e quindi il contatto dell’interno con l’esterno che viviamo. D’altronde non è forse l’aria il necessario contatto dell’uomo con la natura e con quello che ci circonda? 


Il disegno è stato realizzato utilizzando una tecnica mista che include l’uso del carboncino nero, la sanguina e le matite colorate, bianca e nelle varie tonalità di grigio e di azzurro. Il supporto è un foglio di carta grigia le cui dimensiono sono 27,9×35,6 cm. 

La tecnica del carboncino e delle matite colorate è stata scelta per rendere più evidente la vibrazione che c’è nel respirare e nella realtà che ci circonda. Il disegno è privo di delimitazioni, confini e contorni netti. 

Attraverso la mancanza dei contorni netti si vuole esprimere l’armonia tra dentro e fuori, tra l’essere umano e la natura. Invece, il tratteggio molto evidente realizzato con le matite colorate ci vuole comunicare i valori luminosi. 

La preferenza nella scelta del carboncino ha un motivo simbolico. Il carboncino nero ci collega all’elemento della terra, il carbone che nasce dal fuoco e poi si libera nell’aria. La scelta del nero nei capelli della figura umana e il bianco nel suo volto vuole rappresentare il respiro e la connessione tra terra e l’aria. Infine il supporto: la carta leggera da spolvero non è stata utilizzata a caso, ma per trasmettere la leggerezza dell’aria tramite la frangibilità della carta stessa. 

RESPIRA

Questo il titolo del nostro lavoro materico! Perché l’aria diventa tangibile… alla tradizionale tecnica dell’acrilico si unisce l’inserimento di sabbia di fiume! 

 

RESPIRO

La protagonista è rappresentata sottacqua, respirando con l’aiuto del respiratore collegato a un serbatoio d’ossigeno. La sua difficoltà a respirare vuole rappresentare la difficoltà delle persone con l’asma o problemi respiratori. 

SPIRALE

L’obiettivo di quest’opera era realizzare un disegno, rappresentando l’asma o le allergie mediante soggetti o emozioni. 

L’artista ha rappresentato una ragazza senza un volto, solo con una spirale, come se stesse cercando di respirare grazie a questa, mentre la sua mano prende il suo petto, dove ci sono i suoi polmoni, che sono però danneggiati e non la permettono di respirare. 

La scelta dei colori è stata realizzata in base a dei significati: lo sfondo è nero, ma intorno alla figura principale è bianco, per rappresentare questa piccola bolla nella quale la ragazza può respirare, ma lentamente diventa più piccola. La pelle del soggetto è verde, per simboleggiare la natura, ma è un verde scuro, per dare un senso di danneggiato. I capelli e i polmoni sono viola per dare un’emozione di trasformazione, cioè che, lentamente, la ragazza sta perdendo la sua capacità di respirare. La maglietta è bianca per rappresentare la purezza, perché è una ragazza giovane, ma comunque deve soffrire questo. 

Tutto è stato compiuto in tre fasi: prima l’artista ha realizzato delle bozze a matita per poi scegliere il disegno finale su metà di un foglio di 50×70 cm. La prima bozza era una ragazza con delle ali che stavano lentamente scomparendo. La seconda era una ragazza rinchiusa in una piccola bolla d’aria mentre prova a respirare. L’ultima, scelta per la realizzazione della tavola finale, è la ragazza con la faccia a spirale e i polmoni rovinati. Dopo è stata realizzata una prova a colore con degli acrilici per capire con quali colori realizzare la tavola finale sull’altra parte della tavola della bozza 50×70 cm. L’opera finale è stata eseguita su un altro foglio 50×70 cm. 

L’acrilico è una tecnica pittorica nata recentemente. Queste vernici sono prodotte con dei pigmenti mischiati con una resina acrilica. Il supporto può essere qualsiasi, da un foglio di carta a dei supporti di legno. L’acrilico si asciuga velocemente ed è di facile stesura. 

TRA LE NUVOLE

Nelle tre scene sono rappresentate varie azioni sportive che possono aiutare le persone con malattie respiratorie come l’asma: in questo caso jogging e nuoto. Le azioni vengono svolte in un cielo azzurro tra una nuvola e l’altra per significare in parte l’aria più pulita ma anche la mancanza d’aria che provoca l’alta quota, lo stesso effetto che provoca il fare attività fisica. 

TRITTICO DEI 4 RESPIRI

Il respiro ha in sé una voce. Una voce sommessa, delicata. Una voce impercettibile. 
Il respiro è energia. 
Il respiro è vita, ritmo, che non si spegne mai, neppure con la morte. 
C’è respiro in tutta la natura, sia essa umana, animale o vegetale. 
C’è respiro in tutta la natura, sia essa animata, tangibile o intangibile, vicina o lontana. 

Siamo un gruppo di 5 alunni della classe IIU, indirizzo Design della moda, abbiamo riattualizzato l’elemento del foulard, dedicandolo alla tematica dell’arte del respiro, ispirato dalla poesia sopra riportata.  

Il punto di partenza è stata la realizzazione di un mock-up, un modello su carta a tecnica mista, della grandezza di 50×50 cm. 

I foulard sono qui convertiti a simboli della forza creativa di noi giovani autori e omaggio al fondamentale ruolo che ha per ciascuno di noi il respiro. 
Abbiamo lavorato con la forma del trittico, una delle più rappresentative della storia dell’arte. 

Un grande soffio

Abbiamo ripreso la favola del lupo e dei tre porcellini, modificandola però per dare un messaggio finale differente. Il lupo non riesce a soffiare abbastanza forte per distruggere la casetta di paglia del primo porcellino, a causa di vari problemi respiratori causati dal fumo. Il porcellino si prende gioco del lupo attraverso una frase comica, scritta all’interno di un balloon. 

UNA PIUMA NELL'ARIA

MULTIMEDIALE

ARMONIA

Questo progetto si è basato unicamente sul tema della meditazione, un’iniziativa unica che fonde arte e consapevolezza sulla salute respiratoria. La protagonista prima è in casa, in particolare nel salotto, e poi in una natura immaginaria, questo perché desidera quel luogo, che la fa stare bene e le trasmette tranquillità

SMOKE

Questo progetto si riferisce alle persone affette dall’asma e, facendo ricerche approfondite, notiamo che il fumo passivo è molto pericoloso per le persone che hanno questa malattia. 

Sound and color

Il soggetto del nostro lavoro è un sassofonista. La scelta non è stata casuale, in quanto il sassofono richiede un grande impegno a livello respiratorio e saper controllare il proprio respiro per far suonare lo strumento al meglio, visto che si tratta di uno strumento a fiato. 

SCULTURA

Eco di Vapore

L’opera, intitolata Eco di Vapore, raffigura una nuvola di vapore, al cui interno è incastonata una goccia d’acqua. Questo elemento centrale simboleggia l’impercettibilità dell’aria, mentre il vapore, che svanisce rapidamente, rappresenta la natura effimera delle cose. Questa caratteristica invita lo spettatore a riflettere sul fatto che nulla dura per sempre. 

Per quanto riguarda i materiali, la struttura è realizzata in metallo, che le dà stabilità, ed è ricoperta di cotone, creando una superficie irregolare che richiama l’aspetto del vapore. All’interno si trova la goccia, che è realizzata in resina colorata, un materiale che cattura la luce e dona vivacità all’opera. 

Insieme, questi elementi creano un’opera che non è solo bella da vedere, ma che spinge a pensare alla fragilità e alla mutabilità delle cose. 

Il vento, L'aria, Il soffio

Quando inspiriamo, il diaframma e i muscoli sotto alla gabbia toracica si contraggono, il diaframma si abbassa e i muscoli fanno alzare le costole aumentando il volume della cavità toracica.

Quando espiriamo, invece, il diaframma e i muscoli sotto alla gabbia toracica si rilassano, riportandola al suo volume originale.
La forma del nostro lavoro segue quindi, l’andamento di queste due fasi, inspirazione, aumento del volume, espirazione, riduzione del volume, e di nuovo inspirazione, aumento del volume.

Considerando che l’acqua è l’unico luogo dove non possiamo respirare, abbiamo pensato di usare proprio questo elemento come base poetica del nostro lavoro. La texture del progetto vuole assomigliare ad un telo bagnato, sopra al quale veleggia un’imbarcazione il cui bisogno primario resta il vento, l’aria, il soffio; che è quindi il titolo del nostro lavoro.

L’equilibrio del cuore: connessione tra anima e sentimento

L’opera è composta da un cuore, alla base, da cui si ramificano come due polmoni, strumenti fondamentali per la respirazione. La figura rappresenta una persona che cerca di respirare e che abbiamo voluto fare apparire molto leggera e sospesa. I capelli sono disposti a strati, con forme che ricordano il respiro, nuvolose e che con la loro fattezza a lamine contrastano con la figura a tutto tondo. Il significato della nostra opera è quello di avvicinarsi, di raggiungere i propri obbiettivi sporgendosi il più possibile ed avvicinandosi sempre di più alla riuscita.